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al testo di Rosetta Sacchi
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Inutile domandarti ancora di quell’uomo curvo lungo la via e solo, l’eco d’un vagito alla soglia d’un mondo che saprà ostile nel tempo. Aveva scelta? Pensar sia un dono questo fardello di sofferenze e affanni è privilegio di chi vive ignaro ogni risveglio e non si duole di quel che muore a lato d’una strada, una foglia un fiore un ramo o un animale. E’ un ciclo che s’apre e si chiuderà giunto alla meta Dimmi qual è la meta? Lo spegnersi dei vizi giovanili in un pensiero maturo, saggio o rassegnato, il silenzio vincitor sulle parole incomprese fallaci illusorie? La vita un lampo nel buio immenso sarà polvere Tu sorridi. Quel ghigno uguale dopo secoli di storia… Tu sorridi agli amanti che credono l’amore sia in un bacio allo stolto che leva gli occhi al cielo e t’indica col dito al poeta che si dispera perché ha sete dell’inafferrabile. Sorridi pur sulle lacrime di chi tradito enumera fallimenti e chiede dove la condizione umana è felice e se a tale illusione l’animo assurge… quanto dura lo stato di grazia… Dimmi! Ti nascondi come un fanciullo dispettoso nel tirar sassi sul cammino del compagno perché inciampi Scompari dietro coltri di pece eppur resti uguale Non ti tange il dolore d’una terra ferita il sangue sparso il sudore d’ogni vana fatica e dell’umana sorte non hai pietà né della croce sul groppo d’un poeta chino, stanco dell’erta che a te volge lo sguardo domandando oblio Tu sorridi…
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