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Alla luna

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Inutile domandarti ancora di quell’uomo curvo

lungo la via e solo, l’eco d’un vagito alla soglia

d’un mondo che saprà ostile nel tempo.

Aveva scelta?

Pensar sia un dono questo fardello di sofferenze e affanni

è privilegio di chi vive ignaro ogni risveglio

e non si duole di quel che muore a lato d’una strada,

una foglia un fiore un ramo o un animale.

E’ un ciclo che s’apre e si chiuderà giunto alla meta

Dimmi qual è la meta?

Lo spegnersi dei vizi giovanili

in un pensiero maturo, saggio o rassegnato, il silenzio

vincitor sulle parole incomprese fallaci illusorie?

La vita un lampo nel buio immenso sarà polvere

Tu sorridi.

Quel ghigno uguale dopo secoli di storia…

Tu sorridi agli amanti che credono l’amore sia in un bacio

allo stolto che leva gli occhi al cielo e t’indica col dito

al poeta che si dispera perché ha sete dell’inafferrabile.

Sorridi pur sulle lacrime di chi tradito enumera fallimenti

e chiede dove la condizione umana è felice e se a tale

illusione l’animo assurge… quanto dura lo stato di grazia…

Dimmi!

Ti nascondi come un fanciullo dispettoso nel tirar sassi

sul cammino del compagno perché inciampi

Scompari dietro coltri di pece eppur resti uguale

Non ti tange il dolore d’una terra ferita

il sangue sparso il sudore d’ogni vana fatica

e dell’umana sorte non hai pietà

né della croce sul groppo d’un poeta chino,

stanco dell’erta che a te volge

lo sguardo domandando oblio

Tu sorridi…

 


Poesia pubblicata sull'antologia "Duecento anni d'Infinito 1819-2019 " poesia e pittura nel bicentenario dell'idillio leopardiano - AA.VV. a cura di Cinzia Baldazzi e Maurizio Pochesci.

 Dedalus - 29/11/2020 22:22:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Lirica che ben merita di essere letta, un’interpretazione del tutto nuova ed in chiave moderna dell’oggetto (quella luna) che tanto ha fatto sospirare e scrivere a cominciare dal nostro ben noto e famoso poeta Leopardi. Ed a questa figura di poeta e uomo si è ispirata la nostra autrice celebrandone il duecentesimo, non emulando nè ricalcando, bensì facendone risaltare le salienze dei versi del grande poeta. Come si può ben rilevare questa non è una delle tante quotidiane pratiche di scrittura ma una scrittura del tutto scevra da inutili sentimentalismi e pregna di quella consapevolezza che nell’atto dell’esprimere si riversi tutta la propria identità. Non vado oltre altrimenti potrei sembrare banale. Molto molto bella.

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